domenica 11 dicembre 2011

Storia di due vecchi amici, di cui uno tradisce l'altro

La storia che sto per raccontarvi non so se sia vera o se vi insegnerà qualcosa, ma la racconterò lo stesso.
C'era in Inghilterra un enorme negozio di giocattoli. Il direttore di questo negozio si chiamava Dunkun Smith. A vederlo, non si sarebbe mai detto avesse un negozio di giocattoli. Era curvo e mago, di un allegro colorito tra bianco e grigio, passando per il giallo e il verdognolo. Aveva una faccia proprio acida, con gli occhietti come due spilli color ghiaccio e il naso come, come...avete presente Severus Piton? Ma a quanto pare, i bambini lo adoravano. Chi comprava un giocattolo per lui, dovesse comprarli sempre da lui.
Ogni giorno si alzava di buon mattino, andava al negozio, controllava che tutto fosse in ordine e iniziava a vendere.
Aveva egli un amico, tale Peter Fox. A vederli non si sarebbe detto fossero amici. Se Dunkun era magro e curvo, Peter era una pagnotta con le gambe, sempre con la sua bombetta verde in testa. Ma lui non aveva lo stesso atteggiamento con i bambini. Era riluttante nei loro confronti, e non appena ne vedeva uno, cambiava subito strada.
Fox gestiva un negozio di antiquariato, l' “Antique-ment Fox”, e diciamocelo, era il più fornito di tutta la contea di Cheshire. Desideravi un candelabro del '400 con bronzatura? Lui lo aveva. Girava voce che avesse il coltello di Jack the Ripper e che avesse trafugato qualche museo.
Le giornate andavano avanti come sempre, ma quel giorno a Smith si presentò un bambino con una richiesta piuttosto particolare.
Entrò nel negozio, si guardò intorno, poi, prese uno schiaccianoci dorato e rosso, completo nei minimi particolari e un trenino tra i più costosi, con le ruote argentate e il tubo del fumo in metallo, che era una meraviglia guardarlo. Poi si guardò ancora intorno, e portò tutto da Smith alla cassa.

“Voglio che questo schiaccianoci sia montato su questo trenino, con un orologio del 1400 montato sulla cabina. Grazie” il ragazzino si spiegò bene.
“Bene, ehm, sarà pronto all'incirca, tra una settimana. Acconto?”
“Tenga, tornerò tra una settimana esatta, non tollero ritardi. Potrebbe farmi il listino?” e posò sul banco cinque foglietti verdi.
“Ecco, schiaccianoci dorato formato under 30: costo 50; trenino con cerchioni in argento, collezione limitata Roaring Funnels: costo 75. E, credo che ti dovrò far pagare anche qualcosa in più per l'orologio e il montaggio.” spiegò Smith.
“Fa niente. Arrivederci, ricordi che non tollero ritardi” e uscì.
Sembrava che non provasse emozioni.
Si mise all'opera per montare lo schiaccianoci sul trenino, ma l'orologio...
Si mise la giacca, e si avviò verso Queen Elizabeth's Road, dove s
i trovava l' “Antique-ment Fox”.
Entrò facendo suonare la campanella.
“Pete, Pete, aiutami! Oggi in negozio è entrato un bambino indemoniato, mi ha chiesto un orologio del 1400, quanto me lo dai? Chiese disperato Dunkun.
“Oh, ne ho solo uno e vale quanto un occhio della testa della regina!” rispose Peter.
“Cosa? Non, non m'importa, sai che odio deludere i bimbi, dimmi quanto!” continuò Dunkun.
“15.000” tagliò corto Fox.
“Di meno?”
“Non posso. É l'unico che ho ed è l'unico in tutta la contea. Sono famoso per questo io! Non posso vendertelo a meno di 15.000. Il listino non rende conto a nessuno.” disse sconsolato Fox.
Nella mente di Dunkun Smith, si formava un'idea mai pensata prima. Rubare. Avrebbe avuto il coraggio di svaligiare il negozio del suo amico di un pezzo di storia, di un oggetto famoso in tutta la contea. Doveva farlo, 15.000 sterline in una settimana non si trovano facilmente.
Lo fece la stessa notte.
Chiuse il suo negozio 15 minuti prima del normale orario. Tornò a casa sua, si mise il cappottò, i guanti e uscì.
Era una notte stellata e l'uomo che accendeva i lampioni aveva fretta quella notte.
“Sembra che il cielo non sappia cosa sto per fare.” pensò Dunkun.
Arrivò alla porta del retro, tirò un sospiro profondo e ruppe il vetro della porta per entrare. Entrò, con la candela in mano,cercò il quadro con l'orologio del 1400.
Lo prese senza troppe spiegazioni, ruppe il vetro e si infilò il reperto nel taschino, poi poco prima di uscire disse:
“Mi spiace, vecchio Pete”.

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