venerdì 7 ottobre 2011

Novella di Desirée

“Scrivi un racconto d'impostazione verista in cui avviene un omicidio ma le persone tendono a non dire quanto hanno visto”

Personaggi

  • Contabile Antonio (muore)
  • Comare Giorgina vecchia che ha visto l'accaduto
  • Commissario De' Franchi che indaga
  • Carabinieri
  • Lauretta, ragazza che lavora nella drogheria di Nino 
  • Nino, proprietario della drogheria ha visto
  • Melina, moglie di Nino
  • Beppe, il proprietario del negozio di alcolici/amico di Nino
  • Giovanni Maselli impiegato del comune.

Era una di quelle mattine in cui la nebbia avvolge tutto talmente bene che sembra che un velo da lutto sia stato avvolto attorno al paese e la gente la vedi e non la vedi che sembrano fantasmi.
Nino stava sistemando la dispensa della drogheria e Lauretta tardava ad arrivare; Comare Giorgina s'era alzata di buon'ora e stava strizzando i panni come faceva ogni mattina. Era ancora presto, ma ti vedevi i ragazzetti che giravano in cricchette per andare da Nino a comprarsi le cicche.
Era passata circa un'ora buona che il Maselli, l'impiegato comunale, stava seduto sulla panchina aspettando che la drogheria aprisse, e la Comare s'era seduta sulla solita seggiola osservando tutto con i suoi occhietti che sembravano due palline di liquirizia. Lauretta arrivò dopo molto e aprì definitivamente il negozio. Il Maselli si precipitò dentro, a seguirlo la cricchetta di ragazzini e Nino affiorava lentamente dalla dispensa.
Il Maselli gli piombò addosso, chiedendogli i soldi che avrebbe dovuto dare già da 3 mesi.
“Non li ho quei soldi del diavolo, non li ho!”, disse calmo Nino
“Se non li sperperassi tutti da quel Beppe a farti pinte forse questo rompiscatole non lo avremmo più tra i piedi!”, gli urlò la Melina da sopra.
“La avverto, signore, se questi soldi non me li dà entro oggi, sarò costretto a pignorarle il negozio, e non penso che le farà piacere”, esclamò Maselli, che aveva la voce che sembrava un concerto di ranocchi la sera.
Fu allora che Lauretta intervenne:
“Ma perché darsi tanto dolore per pochi spiccioli, la prego, vada anche lei a farsi una pinta da Beppe, o a parlare con Comare Giorgina, oh, lei si che sa la storia di questa città”, disse gentilmente accompagnandolo fuori dal negozio.
Così facendo Lauretta tolse di mezzo quel Maselli per due orette buone.
“Ecco adesso prendete i soldi per favore, tutti i giorni la stessa storia!”, esclamò tornando ai suoi normali modi.
Lauretta Della Croce aveva un passato travagliato ed aveva appena 25 anni. Era nata in Liguria lei, e lì aveva conosciuto Marzotto lo Spilorcio, che era del Sud. Insieme andarono a vivere in un paesino sconosciuto in Calabria e si sposarono, a dispetto dei genitori. Poi però lui si ammalò di broncopolmonite e morì 2 anni dopo. Lei rimase in quel paesino, dove Nino che conosceva la sua storia la assunse.
Dalla vetrina della drogheria si vedeva l'impiegato comunale diretto da Beppe, ma la Comare lo attrasse a sé con i suoi artigli da vecchia, e lo coinvolse in quella che sembrava una conversazione abbastanza interessante.
Contabile Antonio apparve e la Lauretta si rifugiò nella cantina. Contabile Antonio piaceva a Lauretta. Come sempre quell'uomo gentile si sedette nella panchina di fronte alla bottega dei liquori a finire il suo romanzo. Osservò gli alberi attorno alla piazzetta e il cielo. Poi uno sparo e una nuvoletta grigia.
Nino sapeva che la parata di S. Giovanni iniziava dopo pranzo. Si affacciò alla finestra, sgranò gli occhi e tornò dentro a servire il cliente. Beppe addirittura non si accorse dello sparo, forse. Tutti sentirono ma non fecero niente. Intanto il manoscritto di Contabile Antonio si macchiava di sangue. Era morto. Il cliente che era appena uscito dalla drogheria si avvicinò e corse dalle autorità a denunciare il fatto.
Poco dopo arrivò il commissario De' Franchi, un omaccione con i baffetti a punta. Esaminò il corpo e guardò là intorno in cerca di indizi. Contabile Antonio era rimasto seduto anche da morto ed era stato ucciso con uno sparo sul collo. Morte rapida, indolore e istantanea.
De' Franchi estrasse una bacchetta dalla tasca e la usò per indicare rozzamente la traiettoria. Giunse alla conclusione che il colpo era partito dalla drogheria, dal balcone della Melina o dalla Comare. Dovette interrogare per forza tutte le persone che erano presenti nella piazzetta. Iniziò dalla Comare, che s'addormentò subito. Beppe e Maselli erano ubriachi fradici, ma né nella bottega né addosso avevano una pistola. La Lauretta era ancora in cantina, che quando risalì non c'era più nessuno e sembrava uno di quei giorni in cui c'è troppo caldo per qualsiasi cosa. Nino, riferì di non avere visto niente e la Melina si stava rifacendo il letto.
Perquisirono pure la drogheria e la casa di Nino. Nino continuava:
“Ma io non ho visto niente, davvero!”
“Se ci fosse stato uno sparo l'avrei sentito no?” si difesero Beppe e Maselli.
“Cosa? Qui non si vede uno sparo da quando avevo 20 anni! Non dite assurdità! Non ho visto niente! Qui non ci sono criminali” le ultime parole della Comare prima di addormentarsi.
A casa di Nino trovarono la pistola. Era sotto il materasso, per questo Melina si stava rifacendo il letto, per non farsi scoprire.
Ma evidentemente tutti lo avevano visto. Il balcone, per quanto nascosto alla vista dagli alberi, era visibile.
Ma, per non far soffrire Lauretta, le dissero che Contabile Antonio era partito.
Il Commissario fu costretto a far pagare una multa a tutti per falsa testimonianza.

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